lunedì 24 ottobre 2016

A MENTE FREDDA


LA TRAVERSA DELLA CURVA BULGARELLI


Vujadin Boscov diceva: "rigore è quando arbitro fischia".
Ecco, diciamo che il team di Irrati ieri ha preso un po' troppo alla lettera questa famosa quanto antica osservazione. Perché se i due episodi su Verdi, uno nel primo tempo, uno nella ripresa, fossero stati sanzionati contro l'undici di Di Francesco, adesso probabilmente staremo parlando di un' altra partita.
In mezzo a quello, un Bologna sprecone che pecca di cinismo e non chiude una partita che il Sassuolo mai e poi mai aveva meritato di pareggiare.
Purtroppo il calcio è questo: contro la Lazio abbiamo rischiato di prenderne quattro o cinque e c'è voluto un rigore inventato allo scadere per farli pareggiare. Contro il Sassuolo abbiamo dominato e solo un guizzo - condito da svista dei due centrali rossoblu - ha permesso alla squadra reggiana di pareggiare.

La partita: la punizione di Verdi è una perla di potenza e precisione, il tap-in sotto porta di Torosidis poco dopo è figlia della sfortuna e di un pizzico di mancata precisione, ma se permettete io di incolpare QUELLA traversa, proprio non me la sento. Quella stessa traversa che ho avuto la fortuna di andare a baciare in segno di ringraziamento, per una volta si è abbassata a nostro sfavore. Pazienza dai. Mi brucia di più il gol sprecato da uno come Krejci nel secondo tempo; da uno come lui mi aspettavo un po' di precisione in più.
Non dimentichiamoci nemmeno che nel secondo tempo, Consigli ha fatto due paratone.
Di conseguenza, Bologna ieri nettamente superiore, ma il calcio non è il pugilato e le partite non si vincono ai punti.

Gli allenatori: bravissimo Donadoni nel primo tempo che legge la partita prima ancora che cominci, altrettanto bravo Di Francesco nella ripresa che cambia modulo alla squadra creando - se non pericoli - almeno un po' di pressione ad un Bologna che nella prima frazione di gioco aveva fatto il bello e il cattivo tempo.

Conclusione: si torna a casa con un punto e 1/2 rigori non dati. Ma come diceva ieri il mio amico Jack Bonora, una squadra diventa grande quando fa in modo che non sia un rigore non dato a condizionare il risultato. Abbiamo raccolto due punti (che potevano essere di più, ma venti giorni fa qualcuno affermava che potevano essere di meno) contro due squadre nettamente più quotate. Il campo dice che questo Bologna può giocarsela contro chiunque e l'ossatura della squadra è solida, merito anche di un allenatore che sa quello che fa e mantiene quello che dice.
Un ultimo appunto prima di salutarvi: "Galeotto fu il penalty, in due partite su due. Un piccolo monito magari alla prossima assemblea di lega? Non sarebbe un piangersi addosso, ma ricordare ai piani alti che il Bologna c'è e vuole confermarsi, non subire sempre passivamente decisioni discutibili".


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