lunedì 17 ottobre 2016

A MENTE FREDDA


Sono passate circa 24 ore da quella che doveva essere la sfida "Davide contro Golia", ed è solo per una manciata di secondi che la leggenda non si è ripetuta.
Certo, una manciata di secondi ma fatali, grazie al "triangolo delle M" (Marios, Masina, Mazzoleni) che ha rovinato una domenica che poteva essere di festa trionfale per i rossoblu.
Così, come tutti sappiamo, non è stato; ma analizziamo un attimo la cosa - appunto - a mente fredda.
Un Bologna che si presenta all'olimpico con più cerotti che effettivi contro una Lazio che era in grande spolvero. Il 110% delle persone che ho sentito prima del fischio d'inizio avrebbe firmato per un pareggio. La squadra di Donadoni si presentava senza pedine che fino a ieri erano state fondamentali per la crescita di questo grande gruppo. Gastaldello e Dzemaili squalificati, Destro acciaccato, Krejci con la febbre, Mirante lungodegente, Torosidis rotto e per non farci mancare niente Khraft che si rompe durante il riscaldamento. Insomma, tutto fa presupporre ad una mission impossible.
Invece il colpo di scena. Un Bologna che entra in campo per giocarsela a viso aperto e dopo dieci minuti passa in vantaggio col nostro nuovo vichingo difensivo Helander.
Tutti increduli. Adesso ce ne fanno quattro.
 E così poteva essere se Da Costa non fosse un tutt'uno con la porta e non faccia passare neanche le mosche. Immobile ne fa un caso personale ma non riesce a spuntarla, almeno fino all'epilogo. Su rigore. Inesistente.
Esatto, diciamocelo. Quel rigore non c'era e non doveva essere assegnato. Ma non dall'arbitro che essendo in posizione giusta, comunque non poteva vedere il contatto. Ma da Mazzoleni, che a due metri ha visto un tocco inesistente. Da colpe non sono esenti Marios né Masina, perché giocare a "mia tua" a un metro dalla porta a mezzo secondo dalla fine, non è mai una buona idea. Quel pallone andava buttato nel Tevere senza tanti fronzoli. Ma qui la domanda: si firmava per un punto e un punto è stato, i giocatori giovani sbagliano e bisogna metterlo in preventivo, Masina sarebbe stato sostituito se a Helander non fossero venuti i crampi, la Lazio ha creato almeno 5 o 6 infarti ai tifosi rossoblu e dulcis in fundo, avevamo almeno 5 titolari fuori gioco. Vogliamo buttare la croce addosso e aggiungere insulto al danno, o vogliamo tenerci sto punticino guadagnato coi denti e andare avanti cercando di correggere gli errori?
Io a mente fredda assegno le colpe a chi le ha, ma senza flagellare due ragazzi che hanno fatto il 40% della frittatona finale e che per due anni hanno portato la croce cucita sul petto di fianco allo stemma del Bologna FC, senza mai tirare indietro la gamba.

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