sabato 22 ottobre 2016

"I Più Forti di Sempre", rassegna dei più forti calciatori d'ogni tempo: LATERALI OFFENSIVI



Tornante, ala destra, ala sinistra...oggi queste definizioni sono tramontate; oggi parliamo di laterali difensivi ( i vecchi terzini) o offensivi ed è proprio questi ultimi che tratteremo oggi.


8°  Jair Ventura Filho detto Jairzinho
             Rio de Janeiro (Brasile), 25 dicembre 1944



Passiamo senza esitazioni a ricordare gli otto che io considero più forti; per limitarmi a questo numero ho dovuto fare delle “dolorose rinunce” in ordine sparso: Franco Causio, Claudio Sala, Bruno Conti, Gigi Meroni, Nedved, Robben, Rivelino, Simonsen, Keegan, Beckham, Rahn, Matthews e Kempes, solo per citarne qualcuno.
All’ottavo posto, quindi, ho deciso di mettere Jairzinho, uno dei più forti giocatori laterali visti in Brasile.
Meno talento di Garrincha, meno propensione al goal di Rivelino ma una potenza ed una velocità tale da essere, a volte, assolutamente immarcabile.
Nasce calcisticamente nel Botafogo di Rio e in quella squadra fece vedere prevalentemente il suo repertorio ( varie stagioni tra l’Equador, la Bolivia ed in squadre minori brasiliane, ed anche una stagione all’Olympique Marsiglia, ma senza mai radicarsi)
Vinse col Brasile il campionato mondiale del 1970 (in finale con l’Italia) risultando tra i migliori in campo.
Vinse anche una coppa Libertadores col Cruzeiro.
A carriera calcistica conclusa ha tentato senza troppa fortuna la carriera di allenatore; meglio è andato come scopritore di talenti, il suo successo maggiore è l’aver scovato Ronaldo.
Ha tentato, senza molto successo, anche la carriera politica, candidandosi nelle fila del partito comunista brasiliano al ruolo di consigliere comunale a Rio.

https://www.youtube.com/watch?v=JzGdTmYXHaw





Hristo Stoičhkov;
   
Plovdiv (Bulgaria), 8 febbraio 1966



Al settimo posto metto, senz’altro Stoichkov, che nasce come attaccante centrale nel CSKA di Sofia , che Cruijff, una volta approdato al Barcellona, trasformò in laterale destro e che Nevio Scala, nell’unica stagione al Parma, portò sulla trequarti.
Il ruolo che più si confece al bulgaro, a mio avviso, fu quello intuito dal grande campione olandese e per quello ho deciso di inserirlo tra i laterali.
Duro e sanguigno in campo, Stoichkov ha sempre avuto un carattere gioviale e disponibile, (anche se a volte un poco bizzarro) fuori, tanto da riuscire ad essere amico di Maradona e, impresa ardua, di Romario anche se qualche screzio è esistito anche tra loro.
Il suo tiro potentissimo gli fece segnare molti goal su punizione, utilissimo anche come assist-man per i suoi compagni, grazie a lanci precisi e dribbling secchi.
Aveva la caratteristica di “addormentarsi” per lunghi spezzoni di partita per poi risvegliarsi imprevedibilmente e in maniera implacabile.
Al termine della carriera ha tentato di diventare allenatore ma con successi assai modesti.
,Al momento, sporadicamente, fa l’opinionista per una emittente tv catalana.
In carriera, oltre ad un pallone d’oro ed a una scarpa d’oro, ha vinto col Barcellona una coppa dei campioni e una coppa delle coppe; nonché sette campionati nazionali, 3 in Bulgaria e 4 in Spagna.

https://www.youtube.com/watch?v=CQcGVg46OgM





Francisco "Paco" Gento López
                  Guarnizo El Astillero ,(Spagna) 21 Ottobre 1933




Sesto in classifica sistemo il grande Gento, anima del Real Madrid e amico fidato del generalissimo Franco, cosa che gli tributò salve di fischi ogni qual volta il Real Madrid mettesse piede fuori casa.
Si dice che corresse i 100 metri piani in meno di 11 secondi e la fascia sinistra che occupava lo vedeva sempre padrone incontrastato.
A parte le prime due stagioni al Racing Santander, Gento militò solo nel Real e con esso diede vita al periodo Blancos con la sequenza ininterrotta di coppe dei campioni vinte alla fine degli anni 50.
Per descriverlo basta enunciarne i successi:
12 campionati spagnoli e 2 coppe di Spagna
6 coppe dei campioni e una coppa intercontinentale
Probabilmente con Iniesta, il più grande calciatore spagnolo di ogni epoca (Di Stefano era nato in Argentina e Zamora….. faceva il portiere).
Al termine della carriera troncò ogni rapporto col mondo del calcio ritirandosi a vita privata.

https://www.youtube.com/watch?v=VEWSItDqu_0





5°  Ryan Joseph Wilson Giggs

      Cardiff,(Galles) 29 novembre 1973






A causa dei pessimi rapporti col padre, assume il cognome Giggs (della madre) e al compimento dei 16 anni sceglie la nazionalità gallese, precludendosi le maggiori soddisfazioni che gli sarebbero derivate dalla possibile militanza nella nazionale inglese.
Ala sinistra classica, lo pongo al 5° posto tra i laterali di ogni tempo.
Carattere libertino fuori dal campo (di pubblico dominio le innumerevoli relazioni extra coniugali tra cui una, lunghissima, con la cognata); in campo Giggs fu sempre correttissimo e di esempio per gli altri.
Carriera assai lunga (più di 1000 presenze complessive)e densa di soddisfazioni, culminata con la nomina a vice allenatore dei Red Devils, prima con Moyes e poi con Van Gaal.
Ha vestito una sola maglia (oltre quella della nazionale gallese) quella del Manchester Utd, vincendo la bellezza di 13 campionati, 4 coppe d’Inghilterra e 4 coppe di lega.
A livello europeo ha contribuito alla vittoria in due edizioni della Champions League, una coppa delle Coppe e una Supercoppa
Da non dimenticare anche la conquista di una coppa Intercontinentale e di un Mondiale per club.

https://www.youtube.com/watch?v=DTLM_Z2sSmY






4°  Johannes Jacobus Johan Neeskens

Heemstede (Olanda), 15 settembre 1951




Definire un ruolo calcistico per Neeskens è impresa ardua; materializzazione umana del concetto di calciatore totale, teorizzata da Kovacs e Michels, egli inizia la sua carriera da difensore di fascia per poi diventare mediano e in seguito laterale nell’Olanda di Cruijff, facendo il paio con un altro fenomeno di nome Johnnny Rep.
Questa scansione temporale di trasformazioni successive di ruolo, avveniva anche nel corso di una singola partita, producendo la reale immarcabilità del soggetto.
Chiamato Johan II°, (il primo era ovviamente Cruijff),egli amava definirsi “un mediano che segna spesso”; in realtà diede il meglio di se nel Barcellona, giocando da laterale destro e in questo ruolo, per me, è stato fenomenale, meritandosi la 4° posizione di questa classifica.
In campo era un trascinatore e il baluardo su cui i costruttori di gioco (nella nazionale Orange) Haan e Van Hanegem facevano affidamento, per il nerbo e la tenacia.
Duro e a volte falloso, era un rigorista infallibile e un tiratore micidiale.
Nella carriera da calciatore le 2 squadre importanti furono l’Ajax ed il Barcellona; con i primi vinse 2 campionati, due coppe d’Olanda, 3 coppe dei campioni, ed una coppa intercontinentale, con i secondi, nonostante solo una coppa delle coppe nel suo carnet, fece vedere il suo miglior calcio ed il suo carattere, per i quali, in Catalogna, ha lasciato un ricordo indelebile.
Oggi, dopo una breve carriera da allenatore (spesso in seconda) fa il commentatore sportivo in una emittente olandese.

https://www.youtube.com/watch?v=8nADjyl1Vzw







George Best Belfast,( Ulster) 22 Maggio 1946Londra,(Inghilterra) 25 Novembre 2005




“Ho speso molti soldi per alcool, donne e macchine veloci. Il resto l'ho sperperato”
Questa frase, autobiografica, chiarisce molto bene il carattere di questo giocatore nord irlandese, al terzo posto nella mia classifica dei laterali di ogni tempo.
Con Garrincha ed Uwe Rahn, il più grande dribblatore della storia del calcio.
Di statura medio-bassa e di fisico tutt’altro che statuario, best riusciva con la furbizia e la grandissima tecnica a farsi valere .
L’unica squadra degna di rilievo in cui militò fu il Manchester Utd, col quale vinse 1 coppa d’Inghilterra,2 campionati e una coppa dei campioni. Nel 1968 gli fu, giustamente, tributato il pallone d’oro.
Best, essendo nord-irlandese, fu uno dei pochi grandi campioni che, a causa della pochezza della sua nazionale, non riuscì mai a prendere parte ad una fase finale della coppa del mondo.
Il suo problema principale fu, in vita, l’alcool che lo portò ad un comportamento anarchico e a tratti indisponente nei confronti di compagni, tecnici e dirigenti.
L’abuso di alcool lo lasciò spesso a secco dal punto di vista finanziario, tanto che, dopo i fasti della militanza nei Red Devils, fu costretto, per motivi squisitamente pecuniari, ad andare a giocare in squadre di vecchie glorie nella Nasl americana o anche in luoghi più sperduti.
Morì per le complicanze di una cirrosi epatica nel 2005. Resta uno dei miti degli anni 60 e pochi anni fa, in occasione dei sessant’anni dalla nascita gli è stato intitolato l’aeroporto di Belfast.
https://www.youtube.com/watch?v=FnfGs4_ulEY







Manoel Francisco dos Santos "Garrincha";
Pau Grande (Brasile), 28 Ottobre 1933Rio de Janeiro (Brasile), 20 Gennaio 1983





Dai ricordi di Nilton Santos (uno dei più grandi difensori brasiliani): "Quando lo vidi mi sembrava uno scherzo, con quelle gambe storte, l'andatura da zoppo e il fisico di uno che può fare tante cose nella vita meno una: giocare al calcio. Come gli passano la palla gli vado incontro cercando di portarlo verso il fallo laterale per prendergliela con il sinistro, come facevo sempre. Lui invece mi fa una finta, mi sbilancia e se ne va. Nemmeno il tempo di girarmi per riprenderlo e ha già crossato. La seconda volta mi fa passare la palla in mezzo alle gambe e io lo fermo con un braccio e gli dico: senti ragazzino, certe cose con me non farle più. La terza volta mi fa un pallonetto e sento ridere i pochi spettatori che assistono all'allenamento. Mi incazzo e quando mi si ripresenta di fronte cerco di sgambettarlo, ma non riesco a prenderlo. Alla fine vado dai dirigenti del Botafogo e dico: tesseratelo subito, questo è un fenomeno..."
L’oggetto di questo aneddoto è il grande Garrincha, che pongo senza esitazioni al posto d’onore tra i più grandi laterali d’attacco di tutti i tempi.
Vinse due campionati del Mondo, uno in Svezia nel 58 e quello successivo in Cile nel 62. Entrambi portano la sua firma, il secondo in particolare, dove fu trovato il modo di annullare una squalifica comminatagli a causa di un espulsione. In finale c’erano “i nipotini di Stalin” della Cecoslovacchia e senza Garrincha il Brasile avrebbe probabilmente perso. Garrincha giocò e il Brasile non perse.
Nel precedente mondiale di Svezia, non giocò le prime due partite poiché colpito da crisi etilica; alla terza entrò e schiantò quasi da solo l’URSS di Yashin.
Colpito durante l’infanzia dalla poliomielite ( e dalla malnutrizione)aveva gravi patologie del ginocchio bilateralmente, varie discopatie alla colonna, bacino disassato  con evidentissima difformità di lunghezza delle due gambe, per questo la sua vita, calcistica e non, fu connessa stabilmente col dolore che tentò di neutralizzare con la medicina meno adatta: l’alcool.
Lo pseudonimo di Garrincha è da attribuire al nome di un uccellino tropicale dalla testa grossa e dalle zampette esili che, visto l’aspetto generale, ben si addisse a questo campione; ma la gente amava definirlo “Alegria do povo” allegria del popolo, perché i suoi dribbling che si concludevano immancabilmente con l’uscita a destra, contribuirono ad accendere gli entusiasmi degli spettatori.
I medici dicevano che avesse un quoziente intellettivo di un bambino di 8 anni, si spiegano forse così i 14 figli legittimi e i 3 illegittimi che mise al mondo con le due mogli e con svariate amanti.
Con la cantante Elza Soares, sua seconda moglie, visse per qualche anno anche il Italia nella cittadina di Torvaianica sul litorale romano, trasferimento deciso sperando che, allontanandosi da Rio e soprattutto dalla Cachaca, le cose sarebbero andate meglio, ma così non fu.
Morì solo ed in povertà a  49 anni per un edema polmonare causato dalla cirrosi epatica.
https://www.youtube.com/watch?v=yzSrcTCosAk








Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro;
Funchal, Madeira (Portogallo) 5 Febbraio 1985






Il mitico CR7, il laterale più forte di ogni tempo; secondo questa ed altre (molto più accreditate) classifiche; ha solo trentuno anni e avremo modo di vederlo all’opera ancora a lungo, anche in considerazione del fatto che dimostra di avere un fisico integro e non ha subito grossi infortuni in carriera.
Ambidestro vero, risulta ottimo in tutti i fondamentali, dribbling, visione di gioco, finalizzazione in goal. Cristiano Ronaldo è il faro del Real Madrid e, probabilmente il giocatore più forte in attività.
Nasce sull’isola di Madeira, possedimento portoghese e già da bambino mette in evidenza le sue doti e quella prepotenza che è uno degli aspetti meno piacevoli del suo carattere.
Dopo l’apprendistato nel Nacional, lascia l’isola per raggiungere una delle tre squadre della sua vita, lo Sporting Lisbona dove, giovanissimo si mette già in evidenza.
La Juventus di Moggi e Giraudo lo prende, spendendo poco e accludendo come contropartita tecnica, il centravanti Salas che, rifiutando il trasferimento, fece saltare l’affare.
L’anno seguente la palla passò al Manchester Utd di Ferguson che se lo aggiudicò, pagandolo salatamente, non quanto il successivo acquirente, il Real Madrid che sborsò quasi 100 milioni di euro per portarselo in Spagna.
In carriera ha vinto tutto, tranne che i mondiali; un campionato d'Europa col Portogallo, 3 campionati ed una coppa d’Inghilterra nel Manchester Utd, 1 campionato e due coppe di Spagna nel Real, una Champions con la prima squadra e due con la seconda.
Il tutto infiorato da tre palloni d’oro.
Se vogliamo trovare una pecca in questo giocatore non è da ricercare nel lato atletico, bensì in quello caratteriale; in campo risulta arrogante, irridente e un poco presuntuoso con chi gli si oppone; latore, quasi sempre, di reiterate proteste nei confronti degli arbitri, ogni qualvolta un avversario avesse l’ardire di toccare i suoi sacri garretti.
Gli perdoneremo questi comportamenti puerili, a volte francamente al limite della tollerabilità, e comunque bilanciati da un comportamento esemplare fuori dal campo con cospicue cifre date in beneficienza, in virtù dello spettacolo che ogni volta dispensa agli astanti auspicando che esso continui a lungo.


https://www.youtube.com/watch?v=rt9nE-AZe6g

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