sabato 17 dicembre 2016
"I Più Forti di Sempre", rassegna dei più forti calciatori d'ogni tempo: le seconde punte
LE SECONDE PUNTE
8° Zoltán Czibor
(Kaposvár, 23 agosto 1929 – Győr, 1º settembre 1997)
Mitica ala sinistra della mitica Ungheria degli anni 50; genio e sregolatezza come molti altri “artisti” del pallone, nonostante prestazioni sportive sempre a livello sovrumano,viveva una vita bohemienne,tra alcool,sigarette e molte donne e lo pongo all’ottavo posto delle seconde punte di tutti i tempi.
In patria giocò col Ferencvaros e suo malgrado, con la squadra dell’esercito, la Honved, i cui fasti lo fecero conoscere anche oltre cortina.
Nel 1954,perse una incredibile finale contro la Germania Ovest ai mondiali svizzeri,dopo averla battuta nel girone eliminatorio, per 8-3!!
Uno col suo carattere, al pari dell’altro “mostro” di quella squadra eccezionale, il mezzo sinistro Sandor Kocsis, non poteva certo amare il clima che si respirava nell’ Ungheria, oppressa dalla dominazione sovietica e, approfittando di una tournèe, decise di restare in occidente proprio all’inizio della repressione del patto di Varsavia nei confronti dei timidi tentativi di democratizzazione dello stato Ungherese nel 1956; fu ingaggiato dalla Roma che però non poté schierarlo poiché squalificato dalla FIFA proprio in ragione della sua fuga. Gli andò meglio una volta trasferitosi in Spagna, ove deliziò i tifosi del Barcellona prima e dell’Espanyol poi, con le manifestazioni della sua classe immensa.
Terminò la sua carriera tra il Basilea e l’Austria Vienna.
Non vinse tanto quanto avrebbe meritato; qualche campionato tra l’Ungheria e la Spagna e una coppa Uefa (coppa delle Fiere, allora) nel 1960.
Tornò in patria solo dopo la caduta del regime comunista e diventò presidente del club dove aveva tirato i primi calci al pallone, l’Fc Komarom:
Morì nel 1997 a causa di un cancro alla prostata.
https://www.youtube.com/watch?v=x70hrewlhO8
7° Luigi Riva, detto Gigi
(Leggiuno (VA), 7 novembre 1944)
Rombo di tuono, il più forte attaccante italiano di tutti i tempi, considerando anche il fatto che non era un centravanti vero e proprio partendo dall’ala sinistra.
Ebbe due incidenti di gioco gravissimi, che ne limitarono di molto le potenzialità.
Oltre a quella lillà del Legnano, vestì solo la maglia rosso-blù (in verità il più delle volte bianca, in quel periodo) del Cagliari che trascinò alla conquista dell’unico scudetto nel 1969.
Non volle mai lasciare la Sardegna, anche quando la corte della Juventus si fece più serrata.
Con la maglia azzurra vinse un campionato europeo nel 1968, e perse la finale con il Brasile, dopo la mitica Italia-Germania 4-3,ai mondiali messicani del 70.
Oggi a 72 anni si può considerare in pensione, dopo anni di collaborazione con lo staff della Nazionale.
Nel Cagliari ha segnato 207 goal in 374 presenze tutte in serie A, se si eccettua il primo anno in B dove segnò otto goal.
In Nazionale mise a segno 35 goal (ancora leader indiscusso della classifica “all time”) in 42 presenze.
https://www.youtube.com/watch?v=serhkTENZKQ
6° Valentino Mazzola
(Cassano d'Adda, 26 gennaio 1919 – Superga, 4 maggio 1949)
Valentino Mazzola, Riva e Czibor li avrei messi tutti al sesto posto pari merito ,tuttavia ho preferito considerare 6° da solo Mazzola, in virtù dei fasti del grande Torino in cui militava; la squadra più forte del suo tempo, notoriamente perita nella sciagura aerea di Superga..
Mazzola era il giocatore più talentuoso in un novero di campioni. Un’ala del calibro di Menti, due punte classiche come Ossola e Gabetto e due formidabili centrocampisti (l’anima di questa grande squadra) come Loik e Grezar, gli permettevano di muoversi liberamente sulla tre quarti, scegliendo di volta in volta se fare il regista o il centravanti o (ruolo a lui più congeniale) la seconda punta.
Nasce calcisticamente, dopo la consueta gavetta nelle squadre minori e un’infanzia economicamente molto disagiata , nel Venezia e se non ci fosse stata di mezzo la guerra, si sarebbe di certo aggiudicato più allori di quanto riuscì a fare., il Torino del presidente Ferruccio Novo, lo prelevò, unitamente a Loik, pagandolo a peso d’oro; ma fu un investimento proficuo.
Col Torino, Mazzola vinse 5 campionati e una coppa Italia (una l’aveva vinta col Venezia) e per molti anni il grande Torino risultò praticamente imbattibile
In un’epoca di grandi calciatori ma di atleti medi, Mazzola seppe coniugare una tecnica immensa ad una fisicità prorompente e ad un fiuto per il goal da centravanti puro., inoltre, fu il primo calciatore a battere i pugni sul tavolo della società, pretendendo di essere retribuito per il suo valore. Secondo alcuni aveva un brutto carattere solitario e rancoroso con un’attenzione maniacale al denaro con molta ritrosia nello spendere.
Ma ciò non inficia la sua grandezza come calciatore.
Non ebbe la possibilità di sapere che i suoi due figli Ferruccio e soprattutto Sandro, avrebbero avuto un futuro nel calcio, il secondo nella grande Inter di Herrera che, sebbene grande, non riuscì mai ad offuscare la stella del Grande Torino.
https://www.youtube.com/watch?v=ytu2DB1dI_A
5° Raúl González Blanco, noto semplicemente come Raúl
Madrid, 27 giugno 1977
Quinta posizione per Raul; considerarlo una seconda punta potrebbe risultare improprio, ma è in questo ruolo che ha reso maggiormente, nella squadra più importante della sua vita calcistica ovvero il Real Madrid.
Nasce a Madrid da famiglia proletaria; tira i primi calci in una squadretta di quartiere prima di essere notato dagli osservatori dell’Atletico che lo tesserano subitaneamente.
Fisico armonico, velocità estrema ed il dono di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, hanno contribuito a creare il suo mito sin dalle prime uscite con le formazioni minori dei Blancos che successivamente lo strapparono ai cugini a suon di pesetas.
Nel 1994 prime comparse in formazione A e primi goal; nei sedici anni di Real ne segnerà ben 228 che diventano 323 se includiamo tutti i tornei oltre la Liga.
Con il Real vince 6 campionati, 3 Champions, 2 coppe intercontinentali e 1 Supercoppa.
Terminata l’esperienza con i madridisti, si trasferisce per due stagioni in Germania nello Shalke 04 dove trova il modo di mettere a segno 28 goal e di vincere una coppa di Germania.
Breve ed evitabile trasferta pecuniaria in Arabia Saudita e
nel Novembre 2015, trentottenne, ha lasciato l’ attività, giocando e vincendo prima il titolo Nasl con i New York Cosmos dove, a carriera terminata, gli era stato promesso un ruolo tecnico, non ancora concretizzato.
https://www.youtube.com/watch?v=ycETY-WflIk
4° Alfredo Stefano Di Stefano Laulhé
Buenos Aires ( Argentina), 4 luglio 1926 – Madrid (Spagna), 7 luglio 2014
Argentino di nascita ma spagnolo d’adozione, il padre era di origini italiane (di Capri, per l’esattezza).
Prima di giungere in Spagna, nel Real di Gento,Kopa e Puskas, si prese lo sfizio di vincere svariati campionati in Sudamerica (2 in Argentina e 3 in Colombia). La consacrazione internazionale, tuttavia, venne a Madrid dove conquistò, col Real delle meraviglie, 8 scudetti, 1 coppa di Spagna, 5 coppe dei campioni di fila e una coppa intercontinentale, mettendo a segno 307 goal.
Di Stefano non era una punta classica, amava correre (e molto velocemente, da cui lo pseudonimo Saeta Rubia) sulla fascia e convergere improvvisamente al centro dove esplodeva i suoi tiri micidiali verso la porta avversaria.
Fu supportato da un fisico eccezionale che gli permise di restare competitivo fino ad età avanzata; si ritirò infatti a quarant’anni età, per un attaccante e dei suoi tempi, molto ragguardevole.
Giocò con tre nazionali (Argentina, Colombia e Spagna) e una volta appese le scarpe al chiodo ebbe anche una buona carriera da tecnico nel Real e soprattutto nel Valencia che portò alla conquista di un campionato e di una coppa delle coppe.
Restò vicino al Real anche dopo il suo ritiro definitivo, fino alla morte avvenuta alle soglie dei 90 anni la scorsa estate.
Di Stefano è senz’altro uno dei grandi del calcio di tutti i tempi, al quarto posto nella mia personale classifica delle migliori seconde punte.
https://www.youtube.com/watch?v=8kZk2ARj7I8
3° Roberto Baggio
Caldogno (VI), 18 Febbraio 1967
Per qualcun il Divin Codino (lui odiava questo soprannome),Agnelli lo chiamava Raffaello (anche questo non amato ma tollerato),chi lo ha amato lo chiamava semplicemente Roby o Roberto Baggio, il più grande talento che il calcio italiano abbia mai espresso. Il fiuto del goal di Riva, la tecnica di Rivera, la visione di gioco di Antognoni, virtù comprese in un unico giocatore.
Nel calcio non ha avuto molti amici, sicuramente non gli allenatori che si sentivano oscurati dal suo talento e, anche tra i colleghi, non molti riuscirono ad apprezzare il suo carattere introverso e taciturno, poco avvezzo ai riflettori; ciò nonostante, in tutti gli amanti del calcio è vivido il ricordo delle sue giocate e dei suoi goal( ben 205 in serie A).
In carriera non ha vinto quanto avrebbe dovuto: 2 scudetti (uno col Milan e uno con la Juventus),1 coppa Italia e 1 coppa Uefa(sempre coi bianconeri),pallone d’oro e miglior giocatore del mondo fifa, premi ricevuti entrambi nel 1993.
Uno struggente ricordo del Baggio calciatore è lui in lacrime dopo aver buttato fuori il rigore della finale mondiale del 94 contro un Brasile scadente arrivato immeritatamente in finale.
Oggi Baggio si divide tra la sua grande azienda agricola in Argentina e il suo centro di preghiera buddista di Corsico.
Nel calcio ha avuto qualche incarico in federazione teso alla valorizzazione di giovani calciatori ma il carattere di Baggio mal si è coniugato, come prevedibile, con le ipocrisie del palazzo e le dimissioni non hanno tardato a venire.
Guardando i filmati dei suoi goal fanno tenerezza le sue gambette esili da ragazzino in rapporto ai prosciutti del giocatore medio e ciò fa meditare sui tanti infortuni che ne hanno limitato la carriera ed i risultati; senza di essi si troverebbe ben più in alto del terzo posto assoluto tra le più grandi seconde punte di tutti i tempi.
https://www.youtube.com/watch?v=RPFhR7iptkg
2° Lionel Andrés Messi Cuccittini, detto Leo
Rosario, (Argentina) 24 giugno 1987
Vado un po’ in controtendenza, il mondo acclama Messi come il più grande calciatore della storia e io lo metto solo al 2° posto tra le seconde punte di sempre.
Non sono impazzito e non mi sogno neanche di dire che Messi non sia un marziano del calcio.
La mia considerazione è che ancora non sia riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale e che il tempo, certamente, contribuirà a fargli scalare questa e la classifica assoluta.
Per il momento è doveroso osservare che agli appuntamenti importanti è sempre mancato o ha deluso parzialmente le aspettative.
All’ultimo mondiale fu eccezionale con l’Iran ma non toccò quasi palla con Olanda e Germania; anche nella finale di Champions con la Juventus il suo apporto è risultato assai modesto.
Il 2° posto, in definitiva, anche in considerazione di chi occupa il primo, è un trampolino di lancio per i successi futuri anche perché i suoi soli 29 anni li fanno presupporre.
Di umilissima famiglia di lontane origini marchigiane, viene alla luce a Rosario e la sua carriera sarebbe potuta anche naufragare sul nascere causa di problemi fisici (non cresceva).; ma i tecnici del Newell’s Old Boys prima e del Barcellona poi, percependo l’unicità di questo atleta, fecero del tutto per risolvere questa situazione con gli esiti che tutti conosciamo.
per descriverlo basta citare i dati più significativi del suo palmares:
8 campionati spagnoli col Barcellona
5 volte capocannoniere di Champions
5 volte pallone d’oro
1 best player fifa
3 scarpe d’oro
2 coppe del mondo per club
4 champions league
2 supercoppe
1 oro olimpico
1 mondiale under 20
Tra 7/8 anni, quando appenderà gli scarpini al fatidico chiodo, la sua posizione in classifica forse sarà più elevata.
https://www.youtube.com/watch?v=g2pywWb6RP8
1° Hendrik Johannes Cruijff, detto Johan;
Amsterdam (Olanda), 25 Aprile 1947 Barcellona (Spagna), 24 Marzo 2016
Il numero uno delle seconde punte e uno dei più grandi calciatori di sempre per me è Johan Cruijff.
Il Profeta del goal come fu ribattezzato è stato un talento assoluto; tra quelli che ci è stato possibile osservare, grazie alla televisione, uno dei più efficaci e concreti
Il suo gioco che spaziava dalla metà campo all’area di rigore, supportato dall’azione di tanti altri campioni, capitati in un’unica “covata” consentì il miracolo Orange dove il calcio totale di Michels cambiò definitivamente i canoni tecnici validi fino ad allora.
Vinse tutto ciò che era possibile vincere, non riuscì a portare a casa solo il campionato del mondo, il primo perso nel 74 in Germania, buttato al vento grazie ad una condotta di gara scriteriata ed il secondo a cui decise di non partecipare ufficialmente per disgusto verso l’Argentina dei colonnelli che “doveva” vincere il mondiale del 78 per nascondere le atroci torture inflitte e le sparizioni degli oppositori politici e con combine e “aiutini” vari riuscì nell’impresa, ma oltre questo, i rapporti nello spogliatoio olandese erano ormai irrimediabilmente logorati e Cruijff non aveva la benché minima intenzione di affrontare altri dissidi con Janssen o Van hanegem o con gli altri leader storici che gli rimproveravano comportamenti da primadonna.
Ma quest’ultimi dimenticavano un dato inoppugnabile, cioè che si trovavano di fronte proprio ad una primadonna; per il resto basta elencare il palmares di Cruijff per capire a che razza di mostro ci troviamo di fronte:
9 campionati olandesi (8 con l’Ajax e 1 con il Feyenoord) e 1 campionato spagnolo (col Barcellona)
3 coppe dei Campioni e una coppa Intercontinentale con l’Ajax e 3 palloni d’oro.
A fine carriera, a 36 anni e 369 goal segnati, intraprese il ruolo di allenatore e anche qui trovò il modo di farsi valere rifondando e facendo conquistare al Barcellona 4 campionati una coppa dei campioni e una coppa delle coppe (un’altra la vinse anche con l’Ajax).
Dopo una breve ma devastante malattia, un tumore al polmone fomentato dal suo precedente e smodato consumo di sigarette, Cruijff muore nel Marzo scorso .
La maggioranza dei commentatori sportivi restringe a 5 calciatori il novero per scegliere il più grande e Cruijff è nei 5
https://www.youtube.com/watch?v=2GtwCfjI0Z8
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