Se Donadoni cercava risposte dalla partita contro l'Atalanta, sarà difficile per lui trovare qualcosa di veramente positivo dentro le pieghe del match..
Ieri in conferenza stampa l'allenatore rossoblu parlava di atteggiamenti mentali da costruire, della necessità di conseguire una certa costanza di prestazioni e di risultati. E citava proprio il caso degli orobici di Gasperini, che queste cose hanno imparato a farle: anche oggi nessuno sconto agli avversari, per nulla impensieriti che venissero anch'essi da una vittoria. Della serie: "Noi siamo noi, dimostrate sul campo chi siete e cosa sapete fare voi.. " Troppo convinti e pieni di sana autostima loro per poter pensare che questo Bologna potesse sbarrargli la strada, sicché anche il Dall'Ara è stato alla fine espugnato.
Gomez ha fatto quel che ha voluto, saltando sempre l'uomo e sparando in area cross tagliati che solo per un soffio Petagna e Kurtic non sono riusciti a spingere in rete. Rizzo e Masina, sempre in ritardo sugli inserimenti degli avversari di turno, hanno condannato la retroguardia rossoblu a vivere una domenica di affanni. Dopo l'uscita di Rizzo, Donadoni ha provato il 4-4-2 con Floccari e Dzemaili esterno a sinistra, pensando in tal modo di poter meglio presidiare le fasce. Ma la squadra ha finito per subire i contropiede dell'Atalanta, che solo per un pelo non li ha finalizzati con Papu Gomez e Petagna. La confusione tattica ha regnato sovrana in mezzo al campo. Con il successivo ritorno al 4-3-3 e l'inserimento di Okwonkwo l'allenatore rossoblu ha tentato di riprendere in mano la gara, ma il raddoppio di Kurtic su calcio d'angolo ha chiuso definitivamente i giochi.
In conclusione, la sconfitta con l'Atalanta porta a Donadoni le seguenti risposte: 1) la squadra non è assolutamente pronta per il salto di qualità; 2) Torosidis non è la soluzione ai problemi dalle fascia destra; 3) Adam Nagy è più imprescindibile di Taider; 4) davanti continuiamo ad essere troppo prevedibili, non essendoci altro gioco che la palla in verticale su Destro. Se a ciò si aggiunge la scarsa rabbia ed anche una certa mancanza di carattere che sembra albergare dentro alcuni giocatori (ci aspettavamo 11 leoni in campo!), è difficile poter coltivare ambizioni diverse da un anonimo tredicesimo o quattordicesimo posto.
Marco Di Simone
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