venerdì 20 aprile 2018

LE RAGIONI DI DONADONI E QUELLE DEI TIFOSI






Buongiorno amici e amiche di sangue rossoblu!! Ieri la nostra storia sportiva si è arricchita di una nuova pagina di cronaca, quella dello striscione polemico contro Roberto Donadoni affisso da alcuni esponenti della curva Andrea Costa nel Centro Tecnico di Casteldebole.
Premesso che l'allenatore bergamasco non è mai entrato nelle grazie di una parte del tifo rossoblu a causa del suo carattere schivo e riservato, la cosa di cui la curva oggi gli chiede conto risiederebbe nelle dichiarazioni del pre-partita di Sampdoria-Bologna, con Donadoni che ha pubblicamente esortato gli scontenti ad andare a vedere il Real o il Barcellona offrendosi pure di pagare loro il biglietto.
Frasi che, decontestualizzate dal più ampio ragionamento fatto dall'allenatore in conferenza stampa, sono evidentemente apparse come un affronto a chi segue spesso la squadra anche a migliaia di chilometri di distanza e fa della propria fede calcistica un vero e proprio dogma. Dunque comprendo alcune delle motivazioni del gesto "di pancia" da parte di questi tifosi, trovo però del tutto esagerato attaccare in modo frontale chi ha pur sempre consentito alla squadra di poter navigare in acque tranquille. Concordo pure con un grande ex come Eraldo Pecci sul fatto che la squadra abbia dei limiti tecnici oggettivi e che la mancanza di gioco sia da ascrivere alla poca qualità della rosa più che alle carenze della conduzione tecnica.
Certo, è anche vero che Donadoni poteva evitare di esternare in maniera così diretta nel momento in cui sa di essere facile bersaglio avendo collezionato più sconfitte (17) della Spal (14), del Chievo (16), del Genoa e del Sassuolo (15). Questione di opportunità, più che altro. Di forma ma non di sostanza, perché su questo campo le critiche non hanno alcuna ragion d'essere: nessuno dimentichi che l'Atalanta, la Fiorentina e la Sampdoria, le squadre che oggi ci precedono e che occupano la posizione che noi vorremmo avere in classifica, hanno fatto un mercato a suon di milioni tanto in entrata che in uscita. La differenza sta tutta qua per chi vuole intendere. Qualcuno non ne è forse convinto??? Ebbene, legga qui di seguito.. Il Bologna ha fatto registrare uno zero alla voce cessioni e ha investito circa 14 mln per De Maio (2), Helander (riscatto 2 mln), Gonzalez (1,5), Taider (riscatto 4 mln), Avenatti (3) e Falletti (2). L'Atalanta ha incassato ben 60 mln dalle cessioni, di cui 43 reinvestiti nei vari Ilicic (5,50), De Roon (13,5), Berisha (5), Castagne (6), Mattiello (5), Palomino (4) e Cornelius (3,5); la Sampdoria ha potuto contare su un introito di 60 mln dalle cessioni di Skriniar (23), Muriel (21,5), Fernandes (9,6) e Schick (5 prestito) che hanno consentito a Ferrero di investire 50 mln sul mercato estivo e prendere Caprari (15), Ramirez (9), Zapata (3 prestito), Murru (7), Dodò (5,5), Kownacki (4) e Strinic (2). Mentre la Fiorentina di Corvino ha monetizzato 80 mln dalle cessioni di Bernardeschi (40), Vecino (24), Ilicic (5,5), Borja Valero (5,5), Hagi (2), Milic (1,5) e il prestito di Kalinic (5) reinvestendone 70 per portare a Firenze Simeone (15), Benassi (10), Vitor Hugo (8), Veretout (7), Milenkovic (5), Eysseric (4), Dabo (4), Gaspar (4), Carlos Sanchez (3,5), Maxi Oliveira (2,5) ed altri giocatori di minor rilievo. Una differenza abissale con quanto messo a disposizione di Riccardo Bigon, che quelle cifre può pensare di averle a disposizione solo nei suoi sogni notturni!
E dunque cari amici del Blog, la morale non può e non può essere che una sola: il Bologna occupa in classifica l'unico posto che a ragione gli potrebbe spettare, una decina di punti sopra le neopromosse e ben al di sotto di chi ha investito dieci volte tanto sul calciomercato. Che si giochi bene o male la differenza è solo un fatto estetico: per vincere tanto, in Serie A, occorrono undici giocatori forti e bravi!!

Marco Di Simone




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