La ricerca della qualità non significa affatto "perfezione", per il semplice motivo che la perfezione non è possibile raggiungerla. Esiste il perfettibile, questo sicuramente sì, ed il buon Sinisa lo sa eccome!!
Uno dei compiti di un "Vero" allenatore è quello di individuare fra tutti gli elementi da migliorare in partita, quelli che sono decisivi per la vittoria: ebbene l'allenatore serbo li ha individuati subito ed i risultati si sono visti sin dal suo trionfale debutto a San Siro. Mihajlovic ha preso in mano una squadra talmente sfiduciata da rasentare quasi la rassegnazione (chi non ricorda la frase di Di Vaio "Stiamo pensando all'aiuto di un mental-coach"..??), frastornata dall'umiliante 0-4 subito in casa per mano del Frosinone e senza alcuna capacità apparente di reazione.
Date le sue eccellenti doti di motivatore, Sinisa ha saputo entrare immediatamente nella testa dei suoi giocatori, ha parlato a lungo con loro, ha proiettato dei video sul "Mindset", cioè sulla forma mentis con cui ci si approccia alla realtà. Ha convinto la squadra che non stava vivendo un dramma, perché i drammi veri sono altri, ad esempio la guerra, la perdita degli affetti familiari, la fame, etc. Ha parlato ai ragazzi ed agli uomini che aveva davanti di concetti come la "resilienza", cioè dell'opportunità che tutti abbiamo a disposizione di fronteggiare le avversità del quotidiano e di ridare nuovo slancio alla nostra esistenza cambiandola in meglio rispetto ai periodi precedenti. Ha compreso i blocchi mentali e la motivazione più profonda di ogni giocatore che compone la rosa rossoblu. Dopodiché ha chiesto a ciascuno di essi il massimo della disponibilità e della fiducia, senza sé e senza ma:"I giocatori sono liberi di fare quello che dico io" è la frase che più di tutte racchiude l'essenza forte e decisa del nuovo Condottiero rossoblu.
Ha convinto la squadra della necessità di assumere subito un atteggiamento opposto (a prima) in campo, alzando il baricentro del gioco di una ventina di metri per recuperare palla nella metà campo degli altri e portare più uomini nell'area di rigore avversaria. Ha chiesto ai giocatori di non isolarsi, di parlare di più tra loro in campo: a Lyanco ha chiesto di guidare i movimenti della difesa, a Soriano e Pulgar di assicurare una buona circolazione della palla, a Palacio di facilitare gli inserimenti dei propri compagni di reparto.
Tanti dei giocatori che prima erano stati relegati ai margini della squadra, hanno ritrovato con Mihajlovic dignità ed una maglia da titolare: Mbaye, Djiks (che giocatore!), Dzemaili, Destro (peccato i nuovi guai fisici), Orsolini stesso che ora gioca finalmente nel ruolo che più gli è congeniale e non più da mezzala come con Inzaghi.
Ma l'opera più sbalorditiva che Mihajlovic è riuscito a fare è stata senz'altro quella di disinstallare completamente il sistema operativo precedente, l'Inzaghi "Uno punto zero" stile Commodore 64, e di installare l'ultimissimo software "Sinisa 3.0" (aggiornato ed evoluto!), che ha modificato come d'incanto le prestazioni dell'hardware rossoblu, che è diventato addirittura superperformante! Semplicemente FANTASTICO, verooo..???
Ora non rimane che insistere su questa strada, tra gli scongiuri e le rinnovate paure delle nostre dirette concorrenti, tutte preoccupate della incredibile metamorfosi "da ranocchio a Principe" della squadra felsinea. Con la media punti attuale di 1,45 punti a partita è possibile pensare che il Bologna riesca a mettere via almeno una quindicina di punti da qui alla fine del campionato: che sommati ai 24 attuali fanno 39 punti tondi tondi.
Tocchiamo ferro e...continuiamo a tifare e sostenere la squadra come non mai! E allora.... FORZA BOLOGNA SEMPREEEE!!!
Marco Di Simone
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