lunedì 5 agosto 2019

I Piu' Forti di Sempre: Portieri


Anni fa pubblicai questa piccolo viaggio nella storia del calcio, proponendo quelli che a mio personale parere, rappresentano il meglio del calcio di ogni tempo.
In questa vigilia di un campionato, che a detta di molti, vedrà la nostra squadra in una posizione ben diversa da quella che occupava alla fine dello scorso girone d'andata, mi sembrava utile ricordare qualche grande campione nell'auspicio che, qualcuno dei nostri, in futuro, possa far parte di questo novero.


Lev Ivanovič Yašhin
(
Mosca, 22 ottobre 1929Mosca,20 marzo 1990)

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E’ senza ombra di dubbio il più grande portiere che abbia calcato i campi da calcio.
Soprannominato il ragno nero, per le braccia smisuratamente lunghe e per il vezzo di vestire sempre ed integralmente di nero, è stato un mito in patria e fuori.
Giocò soltanto in un club ,la Dinamo Mosca, ed inizialmente, essendo chiuso da un altro buon estremo difensore, si accontentò di difendere la porta della squadra di hockey vincendo, per altro, uno scudetto anche in quel frangente.
Nel calcio di scudetti ne vinse 5 e nel suo elenco dei trionfi bisogna aggiungere anche la vittoria con l’URSS della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Melbourne e un Campionato d’Europa.
Nel 1963 Yashin vinse anche il Pallone d’Oro, unico portiere a riuscire in questa impresa.
Nella sua fantastica carriera stabilì dei record mai avvicinati da alcuno e presumibilmente imbattibili; ad esempio nelle più di quattrocento partite disputate, riuscì a non prendere goal in più della metà e a parare un numero imprecisato di calci di rigore (a seconda delle statistiche si va dagli 86, di per se già numero incommensurabile, fino ai 147 dato stratosferico e difficilmente provabile).
Morì presto,a poco più di 60 anni per i postumi di una grave tromboflebite occorsagli a seguito di un brutto incidente stradale.

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Ricardo Zamora Martinez
(
Barcellona, 21 gennaio 1901Barcellona, 8 settembre 1978

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Al secondo posto dell’ideale classifica dei migliori portieri di tutti i tempi, non può che accomodarsi il grande Zamora, un portiere mitico che scendeva in campo sempre con un maglioncino a V bianco e un cappello da passeggio.
Alto quasi due metri (un gigante per l’epoca!) era solito svolazzare da un palo all’altro con estrema leggerezza.
In Spagna c’era un detto che recitava così:" i portieri sono due san Pietro in cielo e Zamora sulla terra", da qui è facile comprendere la considerazione che i suoi connazionali avessero per lui.
Si dice che simpatizzasse per i socialisti e questo gli garantì poco affetto da parte del regime franchista e pare anche che la polizia segreta lo controllasse con particolare dovizia.
Nel 1934,in occasione dei mondiali organizzati e vinti dall’Italia, la nostra nazionale si trovò di fronte la Spagna nei quarti di finale.
Zamora che non amava affatto Mussolini e il fascismo, sfoderò una prestazione mitica parando tutto ciò che era umanamente possibile e capitolando (dopo un evidentissima carica su di lui, non fischiata dall’arbitro) su un tiro di Ferrari che andava a pareggiare il vantaggio iberico.
Allora c’erano i tempi supplementari (terminati con lo stesso risultato di 1-1) ma non erano previsti i rigori e la partita fu ripetuta il giorno successivo.
Rispetto alla sfida precedente mancavano 6 giocatori spagnoli infortunati e uno….disperso; era il grande Zamora che non fu convocato, pare proprio per espressa richiesta del nostro antisportivo dittatore nei confronti del governo spagnolo.
Zamora era solito scherzare su quella vicenda, asserendo che fu una decisione libera del suo allenatore, che lo aveva visto un po’stanco!!!!.
Nella sua carriera trascorsa tra l’Espanyol, il Barcellona ed il Real Madrid, vinse due campionati e cinque coppe di Spagna; da allenatore vinse altri due campionati con l’Atletico Madrid.
A chi gli diceva di essere il Pelè dei portieri era solito rispondere: " beh…essendo venuto prima io, semmai è Pelè ad essere lo Zamora degli attaccanti!"

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3°  Gianluigi Buffon              


(Carrara 28 Gennaio 1978)

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Al terzo posto, senza dubbio alcuno, inserisco Gianluigi Buffon, l’unico ancora in attività tra i portieri della mia personale classifica.
Da ragazzo fu molto colpito dallo stile (un po’ primitivo, in verità) e soprattutto per le capacità fisiche del portiere camerunense N’Kono di cui si fece grande sostenitore.
L’emulazione di quest’ultimo lo portò ad impegnarsi in questo ruolo difficile e fondamentale con gli esiti che conosciamo tutti.
Notato dal Parma in una squadretta giovanile dei dintorni di Carrara, venne subito acquisito e ben presto lanciato in prima squadra.
Dopo due Coppe Italia e una Coppa Uefa coi ducali, viene acquistato dalla Juventus per la non modica cifra (soprattutto per quegli anni, mi riferisco, infatti, al 2001) di 75 miliardi di lire.
Con i bianco neri conquista 9 scudetti più un decimo revocato per il noto "affaire Moggi".
Con la Nazionale ha vinto un campionato europeo (under 21) è la Coppa del Mondo del 2006.
Ha un carattere sanguigno e gli piace molto essere al centro dell’attenzione.
Non esitò, nel massimo del suo fulgore atletico, a scendere in serie B con la Juventus, dimostrando fedeltà ai colori bianconeri e a chi gli dava lo stipendio che sarebbe potuto essere egualmente lauto (se non di più) altrove.
Note anche la sua passione politica per l’estrema destra che ha prodotto critiche feroci ed elogi sperticati a seconda della condivisione o meno, da parte dei commentatori, di questa sua tendenza politica; a mio avviso farebbe meglio ad occuparsi solo di parate, cosa che gli riesce ancora egregiamente.
Si parla molto delle doti eccezionali del tedesco Neuer e di altri portieri in attività, ma a mio avviso, ancora molto, molto distanti dal livello di Buffon.

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Peter Bolesław Schmeichel

Gladsaxe (Danimarca), 18 novembre 1963

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Individuare i quattro portieri più forti della storia del pallone è impresa assai ardua, soprattutto se devi lasciare fuori gente come Tomaszewski,Zoff,Cech,Banks,Neuer,Zubizzarreta o Maier; ma in questo esercizio, spero a voi gradito, di selezione, era necessario fare una scelta e al quarto posto della mia personalissima classifica ho istallato Schmeichel.
Figlio di immigrato polacco, nasce in Danimarca nel 1963 e fa la sua trafila calcistica nella squadretta della cittadina natale.
Qui lo notano gli osservatori del Hvidovre che lo mettono subito sotto contratto e lo lanciano a 19 anni titolare nella massima serie danese.
le sue prestazioni eccezionali lo portano al Broendby di Copenaghen, una delle squadre più importanti di Danimarca e gli aprono la strada anche al trasferimento oltremare nel mitico Manchester Utd di Ferguson dove disputa una decina di campionati al top prima di scendere gradualmente dal livello d’eccellenza (causa l’avanzare dell’età) disputando tuttavia, sempre ottimi campionati, tutti in Inghilterra, eccetto una breve parentesi in Portogallo.
I suoi trofei maggiori sono, a parte un campionato portoghese con lo Sporting Lisbona, 5 campionati e tre coppe d’Inghilterra col Manchester Utd, nonché una Champions League; a questo pingue bottino c’è da aggiungere, ciliegina sulla torta, un Campionato Europeo conquistato con la Danimarca nel 1992.
A titolo di curiosità Schmeichel ha anche messo a segno due goal, uno su rigore e uno in azione di gioco.
Attualmente ha troncato i rapporti col calcio e fa il presentatore televisivo; il programma più famoso da lui condotto è "Lavori sporchi" del circuito Discovery channel.
Unico contatto residuo è per seguire il figlio Kasper, sempre portiere ma di valore non paragonabile a quello paterno, che ha vinto la Premier League 2015/16 nel Leicester di Ranieri.

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