domenica 11 agosto 2019
I più forti di sempre: difensori di fascia
...passiamo ai difensori di fascia; anche qui solo 4 nomi ma nomi di un certo peso..
partiamo dal 4° classificato.
4° Francisco das Chagas Marinho, conosciuto anche come Francisco Marinho Natal,(Brasile) 8 febbraio 1952 – João Pessoa,(Brasile) 1º giugno 2014
Francisco Marinho non ha vinto praticamente alcun trofeo in carriera; eccetto che nel Botafogo, non è riuscito a stare per più di due stagioni in una delle tante squadre brasiliane o statunitensi in cui ha militato; eppure ha lasciato un ricordo indelebile negli sportivi, soprattutto in quelli che sono stati giovani negli anni 70.
Da bambino, venne costretto dai fratelli a giocare in difesa perché il più piccolo tra loro, lui aveva la vocazione all’attacco ma si dovette accontentare di giocare sulla fascia.
Una volta diventato calciatore professionista, non inibì il suo istinto e raccolto l’esempio di Djalma Santos, lo amplificò al punto di trascurare la fase difensiva, facendo infuriare più di un portiere.
Lui era solito rispondere che se il terzino attaccava, l’attaccante avversario sarebbe dovuto andare in copertura e quindi si sarebbe rischiato di meno.
Esploso al mondiale del 74 in Germania, era, con tutta probabilità, il calciatore che mancò all’Olanda per dominare il mondo del calcio.
Era genio e sregolatezza, una versione carioca di George Best e di Best ha fatto la stessa fine, stroncato, in povertà, a soli 62 anni dalla cirrosi epatica, dopo una vita di eccessi alcoolici e con le donne.
Era solito dire di aver posseduto più donne di quanti calci avesse dato al pallone e il soprannome di Diablo Louro (diavolo biondo) gli calzava a pennello.
Se fosse stato meno anarchico e agli ordini di allenatori meno accondiscendenti nei suoi confronti, sarebbe stato forse il più forte giocatore di fascia in assoluto, invece è costantemente rimasto un "terzino inaffidabile" che occupa,tuttavia, il quarto posto di sempre in questo ruolo.
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3° Paolo Cesare Maldini Milano, 26 giugno 1968
Paolo Maldini miglior terzino italiano di tutti i tempi; direi di si, anche se la concorrenza è forte, basti pensare al fatto che i suoi competitor rispondevano al nome di Gentile, Cabrini, Facchetti.
Maldini però, a mio avviso, è stato più determinante dei suoi illustri colleghi per cui merita, di comparire al terzo posto di questa breve carrellata dei difensori di fascia.
Cresciuto nel Milan, sua unica squadra, ha disputato coi rossoneri 649 partite ufficiali segnando anche 29 reti; in nazionale a segno 7 volte in 126 presenze.
Atleta correttissimo in campo e fuori, figlio dell’ex tecnico della nazionale ed ex calciatore Cesare, Maldini in carriera ha vinto praticamente tutto: 7 Scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.
L’unico alloro mancante nel suo carnet è la coppa del mondo a cui si avvicinò solamente nel 90 e nel 94 Si è ritirato dall'attività agonistica al termine della stagione 2008-2009
Molte squadre di elite del calcio mondiale volevano assicurarselo come membro dello staff tecnico, ma lui ha sempre declinato cordialmente i tentativi di ingaggio, facendo sapere che l’unica squadra per cui avrebbe lavorato sarebbe stato il Milan; quel Milan che invece, fino a tempi recentissimi, si era sempre rifiutato di richiamarlo a se.
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2° Paul Breitner
Kolbermoor ( Germania), 5 settembre 1951
Tra i difensori di fascia ho deciso di illustrarne solo quattro, a mio avviso indiscutibilmente i migliori o comunque i più rappresentativi
Il numero esiguo mi ha fatto lasciare per strada, oltre agli italiani che citato nella scheda precedente, anche i brasiliani Nilton Santos, Cafù e Carlos Alberto nonché i connazionali di questo atleta: Vogts, Kaltz e Brehme.,oltre all’olandese Suurbier.
Ho scelto Breitner e l'ho messo al posto d'onore, perchè a mio avviso è stato loro superiore; oltre alla spinta massiva e muscolare che forniva alla squadra ,ha avuto il merito di inventarsi il ruolo di "regista di fascia" che il solo Brehme ricalcò con successo.
Nato da famiglia benestante bavarese, Breitner ha associato una evidente identità politica al suo essere calciatore, fregandosene di chi gli suggeriva maggiore cautela.
Convinto maoista, non perdeva l’occasione per tentare di indottrinare i suoi compagni di squadra anche nei momenti concitati della sosta negli spogliatoi.
Famoso l’aneddoto di quando, in occasione di un Germania ovest – Cile, si sputò in modo plateale sul palmo della mano prima di stringerla al difensore avversario Elias Figueroa, grande amico e sostenitore del dittatore Pinochet.
Al di la di questi comportamenti pittoreschi e della capigliatura molto folta ed arruffata, Breitner è stato un grande campione in grado di trasformarsi con disinvoltura all’occorrenza, in centrocampista.
Nel suo palmares, una coppa dei Campioni col Bayern, 7 campionati e 3 coppe nazionali, rispettivamente 5 +2 sempre col Bayern e 2+1 col Real Madrid; oltre ad un campionato europeo e una Coppa del Mondo. con la Germania ovest di Gerd Muller conquistata nell’edizione che vide l’esplosione dell’Olanda e che, onestamente, lo avrebbe maggiormente meritato.
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1°Dejalma dos Santos detto Djalma Santos
San Paolo (Brasile), 27 febbraio 1929 – Uberaba,(Brasile) 23 luglio 2013)
L’archetipo del terzino moderno, il numero uno senza possibilità di discussioni.
Aveva una tale classe che si poteva permettere anche dei dribbling in area di rigore, fu il primo difensore di fascia a spingersi in avanti, attività che il WM imperante non riusciva a concepire.
Era solito dire che il suo unico maestro fu il difensore connazionale De Sordi e, per il resto, riuscì a coniugare all’estro una notevole consistenza fisica, tanto da meritarsi contemporaneamente i soprannomi di "funambolo" e "muraglia"
Fu personaggio umile e gentile fuori dal campo, scegliendo di insegnare calcio ai più giovani, piuttosto che trasformarsi in allenatore (per alcuni anni operò anche in Italia a Bassano del Grappa) e fu correttissimo anche in campo, tanto che, pur essendo un difensore roccioso, in venti anni di carriera non prese mai un cartellino rosso.
Vinse due Campionati del Mondo con la nazionale Brasiliana (58 e 62) e indossò due casacche principali in carriera, quella della Portuguesa e quella del Palmeiras.
Un giorno, durante una partita, uno spettatore gesticolante, che lo stava insultando poiché nero ( i cretini ci sono sempre stati, non sono di esclusiva pertinenza attuale),perse un anello prezioso che ruzzolò in campo vicino ai piedi di Djalma Santos, il quale fermò il pallone, raccolse l’anello e glielo restituì, dicendo solo: " tutto bene signore?" al che, ricevendo un segno di assenso, aggiunse: " perfetto, buon pomeriggio e si diverta".
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